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Calcolosi Urinaria: Cause, Sintomi e Trattamenti - Dott. Roberto Castellucci

Che cos’è la calcolosi urinaria?

La calcolosi urinaria è una patologia comune caratterizzata da aggregati di varie forma e struttura che si depositano all’interno del rene, ureteri o vescica. L’incidenza della calcolosi dipende da fattori geografici, climatici, etnici, dietetici e genetici. Il rischio di recidiva è essenzialmente determinato dalla malattia o dal disordine che ha causato la formazione del calcolo.

La prevalenza della calcolosi urinaria varia dall’1% al 20%. 1 calcoli possono avere una origine infettiva, non infettiva, genetica o da assunzione di farmaci e la loro composizione può variare (ossalato di calcio, fosfato di calcio, urato di ammonio, Fosfato di ammonio e magnesio, Acido urico, Cistina, ecc) ma nella maggior parte sono rappresentati da un mix di sostanze.

Quali sono le cause della formazione dei calcoli?

Le cause della formazione dei calcoli possono essere diverse:

  • Fattori generici: Familiarità, Calcoli contenenti acido urico e urato, infezioni, farmaci,alterazioni anatomiche, monorene.
  • Malattie associate: iperparatiroidismo, sindrome metabolica, nefrocalcinosi, rene policistico, sarcoidosi, malattie intestinali, malattie neurologiche.
  • Fattori genetici: Cistinuria, Fibrosi cistica, Xantinuria, acidosi tubulare renale, iperossaluria posizione cronica al piombo

I calcoli poi possono essere divisi in base alla loro posizione, grandezza o caratteristiche radiologiche ( radio opachi o radio trasparenti) in base alla loro composizione minerale.

Quali sono i sintomi della calcolosi urinaria?

  • La diagnostica per immagini è fondamentale in questo tipo di terapia.
  • L’ecografia viene usata come primo strumento di diagnosi. È una procedura sicura, replicabile e può identificare calcoli nei calici renali, pelvi, giunzione pielo ureterale, sotto giuntali o prevescicali.
  • Rx Addome può darci informazioni utili sulla presenza, composizione e grandezza dei calcoli con una sensibilità e specificità del 44% e 77% rispettivamente.
  • Tc addome senza mdc: rappresenta lo standard per la diagnosi della calcolosi urinaria poiché può identificare esattamente posizione, dimensioni, densità del calcolo, distanza del calcolo dalla cute e le strutture anatomiche circostanti, tutti dati utile per il successivo trattamento.

Ogni paziente con dolore acuto da urolitiasi ha bisogno di esami chimico-fisici ematici e delle urine oltre alla diagnostica per immagini.

  • Esame urine: per valutare eritrociti, leucociti, nitriti, Ph urine e sedimento microscopico e/o colturale.
  • Sangue: creatinina, acido urico, Calcio, Sodio, Potassio. Proteina C reattiva.
  • Analisi del calcolo: andrebbe consigliata a tutti i pazienti con litiasi al primo riscontro o in caso di recidiva dopo rimozione completa del calcolo. Le procedure di analisi preferite sono la Spettroscopia a Infrarossi (InfraRed Spectroscopy – IRS) o la diffrazione a raggi X (X-Ray Diffraction – XRD).
  • Studio metabolico: prevede l’analisi delle urine nella 24ore per avere informazioni riguardati la composizione dei fattori che portano alla formazione dei calcoli e degli inibitori della formazione dei calcoli stessi presenti nelle urine. Tale studio ci da la possibilità di programmare una profilassi delle recidive modificando gli stili di vita e la dieta.

Come si può curare la Calcolosi Urinaria (Reno Ureterale)?

  • Cosa fare in caso di colica renale acuta?

I Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o il paracetamolo sono utili nella gestione del dolore in pazienti con colica renale acuta.

Associata alla terapia per il dolore molto utile è la terapia medica espulsiva (MET). La MET sembra efficace nel trattamento di pazienti con calcoli ureterali che sono suscettibili di trattamento conservativo. I più grandi benefici si possono ottenere in quelli con calcoli di dimensioni ≥ 5 mm situati nell’uretere distale. A questo scopo possono essere usati farmaci alfa-litici, come ad esempio la Tamsulosina, che tuttavia potrebbero avere effetti collaterali come ipotensione ed eiaculazione retrograda.

Se la terapia medica, analgesica o espulsiva, non è sufficiente alla gestione del dolore, si rende necessario il drenaggio della via urinaria con stent ureterale, nefrotomia percutanea o la rimozione del calcolo.

  • Litotrissia extracorporea ad onde d’urto (Extracoporeal Shock Wave Lithotripsy – ESWL)

Rappresenta una metodica non invasiva per il trattamento della litiasi reno ureterale. Questa procedura sfrutta le onde d’urto generate dal litotritore che, passando attraverso il corpo umano, arrivano al calcolo frantumandolo. La durata del trattamento è piuttosto breve (in genere non oltre i 45-60 minuti), viene fatto in regime ambulatoriale e non serve alcuna anestesia per farlo. Con questo tipo di metodica possono essere trattati calcoli fino ad un massimo di 1,5-2 cm di diametro.

Le complicanze derivanti da tale procedura possono essere: colica renale, steinstrasse, ematomi renali (per la maggior parte dei casi asintomatici) ed infezioni delle vie urinarie.

  • Terapia Chirurgica

In caso di fallimento della terapia medica o ESWL si deve ricorrere alla terapia chirurgica per il trattamento della calcolosi reno ureterale.

Gli interventi chirurgici possono dividersi in:

URETERORENOSCOPIA con litotrissia laser (RIRS).

Questa tecnica rappresenta il gold standard per il trattamento dei calcoli reno-ureterali. Per tale procedura vengono utilizzati degli strumenti, flessibili o semirigidi, che vengono introdotti dapprima in uretra poi in vescica fino a risalire su per l’uretere ed arrivare al calcolo, ureterale o renale. Una volta individuato il calcolo si può procedere alla litotrissia con laser ad Holmio che permette di frammentare qualsiasi formazione litiasica, rispettando i tessuti circostanti, fino alla completa frammentazione ed estrazione dei frammenti. L’avanzamento tecnologico ha reso possibile lo sviluppo di strumenti mini-invasivi, molto maneggevoli e con sistema di visione digitale migliorando cosi la cura di tale patologia. Generalmente il paziente viene dimesso il giorno dopo l’intervento chirurgico.

Nefrolitotrissia percutanea (PNL).

Tale approccio viene consigliato ai pazienti che presentano calcoli renali voluminosi, >2cm, per i quali la procedura per via retrograda non garantirebbe una bonifica completa. Tale tecnica non sfrutta le naturali vie dell’organismo ma consiste nell’effettuare una puntura renale dal fianco del paziente, creando cosi un tramite tra la cute e il rene, permettendo di raggiungere direttamente le cavità intrarenali e il calcolo. Una volta creato l’accesso alle cavità intrarenali, e dopo una dilatazione del tramite, si introduce un nefroscopio, per navigare all’interno delle cavità renali alla ricerca del calcolo con successiva litotrissia laser del calcolo e asportazione dei frammenti residui con pinze e cestelli.

Negli ultimi anni si è sviluppata una tecnica che consente di effettuare la PNL e RIRS simultaneamente per una migliore cura della patologia.